sabato 9 aprile 2011

Filtro Astrosolar e cella di contenimento

Le osservazioni  in luce bianca (White light-WL) della fotosfera solare possono essere condotte con qualsiasi telescopio (Rifrattori, Newtoniani e Catadiottrici), anche di apertura molto ridotta (es. 35mm) purchè si presti molta attenzione al filtraggio della luce solare, che, altrimenti, arrecherebbe danni irreversibili alla retina (che possono evolvere fino alla cecità assoluta anche in assenza di sintomi immediati).
Esistono in commercio diverse soluzioni al riguardo: a parte il diagonale prismatico di Herschel, utilizzabile esclusivamente con i telescopi rifrattori e dal costo talora impegnativo, attualmente, il metodo più economico ed efficace per condurre in assoluta sicurezza l'osservazione del Sole in luce bianca con qualsiasi tipologia di telescopio è l'impiego del foglio Astrosolar.

Si tratta di  uno speciale composto polimerico denominato Turbofilm  molto sottile (spessore di appena 0.012mm) ma molto resistente e soprattutto privo di disomogeneità strutturali e superficiali (rigature e blister). La pellicola è trattata su ambo le facce per consentire l’osservazione e la fotografia del Sole in luce bianca in piena sicurezza. Esso è ideale non solo per la costruzione di filtri a tutta apertura per qualunque telescopio, ma anche  per binocoli, fotocamere, videocamere o semplicemente per costruire occhialini per un uso prettamente visuale.




Con l'Astrosolar, all'osservazione visuale, il Sole appare di colore bianco: esso consente di osservare le macchie solari (che si stagliano sulla superficie come formazioni di aspetto e forma variabile di colore nero-grigio), la granulazione (che appare costiutita da una miriade di microcelle chiare a contorno più scuro)  e le facole (che si presentano come zone irregolari per forma e dimensioni di un bianco più acceso rispetto allo sfondo). L'impiego di filtri interferenziali aggiuntivi può fornire un maggior contrasto delle specifiche formazioni: le facole risultano meglio visibili con un (costoso) filtro Ca-Kline (il Sole apparirà violaceo), le macchie e la granulazione con un Baader Continuum (il Sole apparirà verde). In alternativa al filtro Baader continuum, può essere impiegato un buon filtro verde (wratten 56 o wratten 58). 

Astrosolar
Astrosolar + Continuum
Astrosolar + Baader K-line

L'Astrosolar  è commercializzato dalla azienda tedesca Baader in fogli di vari formati:
  • 20cm x 30cm (24 euri)
  • 50cm x 49cm (45 euri)
  • 50cm x 100cm (73 euri)
  • 117cm x 117cm 
Esistono 2 tipi di filtro Astrosolar: quello per osservazione visuale (densità 5.0 - offre una trasmissione della  luce solare pari a 1/100.000 riducendo, quindi l'intensità della luce solare del 99,999%)  e quello per uso eclusivamente fotografico (densità 3.8- offre una trasmissione della  luce solare pari a 1/10.000, in pratica lascia passare una quantità di luce 10 volte superiore a quella dell'Astrosolar  5.0).
L'astrosolar per uso visuale, può essere impiegato anche per le riprese fotografiche: tuttavia, la sua resa in fotografia è nettamente inferiore a quella dell'Astrosolar a densità 3.8.
L'astrosolar  per uso fotografico può essere utilizzato per l'osservazione visuale a patto che vengano impiegati a cascata anche un filtro IR/UV cut, un filtro Baader Continuum (o un filtro CaK line) e un filtro neutro (ND 0.9 ): solo l'insieme di questi filtri potrà garantire un'osservazione in tutta sicurezza con l'Astrosolar a densità 3.8.

Il foglio di Astrosolar deve essere posizionato al davanti del telescopio: affinchè ciò possa essere eseguito agevolmente e senza rischi di caduta del filtro, è necessario che esso sia alloggiato in una opportuna cella. In commercio, esistono soluzioni costituite da celle + filtro, già pronte all'uso ma sono decisamente costose, soprattutto se si considera che è possibile costruirsi una cella per Astrosolar utilizzando materiali molto semplici come del  cartoncino... spesa irrisoria e massimo risultato garantito. 
Personalmente, ho costruito celle per Astrosolar di varie dimensioni, sia per filtri a densità 5.0 che per filtri a densità 3.8: come materiale ho impiegato sempre il cartoncino. Per quanto riguarda le dimensioni, io consiglio, sempre che se ne abbia la possibiltà,  un foglio che consenta di sfruttare tutta la  apertura del telescopio. A volte ho impiegato scatole di scarpe, altre volte i  coperchi delle vaschette in alluminio per la conservazione degli alimenti: l'aspetto importante è utilizzare del cartoncino abbastanza rigido ma, al tempo stesso, flessibile I risultati ottenuti sono stati sempre ottimi e a costo zero. Ecco alcuni esempi:


Cella per obiettivo fotografico Tamron 70-300mm
Cella per cercatore Red Dot
Cella per Maksutow 127mm

Maksutov 127mm con cella Astrosolar                                       
Cella per cercatore 9x50mm



Cella Per Dobson 300mm

Se si effettuano riprese solari, è buona regola proteggere la camera di ripresa e l'eventuale ruota portafiltri con un pannello allocato in modo da schermare la suddetta attrezzatura:


                                       


Qui sotto, è mostrato, invece, una sorta di cella totale: il Maksutov 127mm viene inserita all'interno dell'involucro garantendo la schermatura non solo degli strumenti di ripresa, ma soprattutto del tubo del telescopio. Il colore bianco dell'involucro consente di riflettere molta luce solare determinando un netto abbassamento della frazione di luce e, quindi, di calore incidente sul tubo. Per la sua realizzazione è stato impiegato la scatola in cartone bianco e rigido del telescopio stesso:


                                         


                                          

Da ricordare:
  • Prima di ogni osservazione/ripresa, controllate attentamente il filtro mettendolo di fronte ad una sorgente di luce molto intensa: se notate dei forellini non proprio piccoli, basta semplicemente annerirli con un pennarello; fatelo con molta delicatezza e  non ci saranno problemi.  Spesso, dei microforellini sono già presenti nei fogli appena comprati, (soprattutto in quelli a densità 3.8, il cui rivestimento è molto più sottile e delicato dei fogli a densità 5), ma il costruttore assicura che vi è un margine di tolleranza per essi i purchè piccolissimi ("Small pinholes do not degrade the eye safety or image sharpness of AstroSolarTM!")La presenza di forellini causa principalmente una perdita di contrasto, che, comunque, è davvero irrisoria. Pertanto, a meno che i fori non abbiano diametro superiore al millimetro, evitate le pippe mentali!
  • Costruite sempre una cella anche per il cercatore del telescopio oppure tenere  il coperchio in dotazione sempre montato sull'obiettivo frontale del cercatore.
  • Evitate nel modo più categorico i filtri che si avvitano direttamente all'oculare: si rompono improvvisamente a causa del calore, con il rischio di esporre la retina alla luce diretta e concentrata del Sole!!




Autocostruzione di un supporto per fotografia con metodo afocale

Preso da un attacco acuto di "autocostruttite", ho speso un po' del mio tempo libero per realizzare un supporto per fotografia con metodo afocale, ispirandomi, dal punto di vista progettuale, ad uno strumento analogo commercializzato da diverse aziende: in tal modo, ho risparmiato una trentina di euro.
Il materiale impiegato è il seguente:
  • una staffa per supporto di tubi idraulici (diametro = 2" e/o 1.25", a seconda del focheggiatore cui collegarla). Costo 1,50 euro
  • una slitta in ferro per supporto dei tendaggi che ho trovato tra vari pezzi di scarto che tenevo in casa (va bene qualsiasi staffa purchè di larghezza e lunghezza adeguate). Costo 0
  • Striscia di spugnetta adesiva per rivestire la superficie interna della staffa idraulica che viene a contatto, stringendolo, con il focheggiatore . Costo 0,50 euro
  • una vite per attacco fotografico smontata da un treppiedi fotografico cinesissimo. Costo 0
  • una piastrina di plastica  ottenuta dallo stesso treppiedi   (anche in ferro va bene). Costo 0
  • un salvapiedino in gomma Costo 0,25 euro
  • Vernice spray nero opaco. Costo 2,40 euro
La cosa più "difficile da fare è stato creare un taglio longitudinale nel mezzo della slitta in ferro (che consente di far passare la vite fotografica che sorregge la fotocamera e che consente lo spostamento in avanti e indietro della fotocamera) e un foro necessario per far passare la vite che fissa la staffa idraulica alla slitta:  in questo, mi è stato di preziosissimo ed encomiabile aiuto il carissimo Achille, che, in un quarto d'ora, ha fatto un lavoro pulitissimo e precisissimo. Naturalmente a costo 0... ma saprò ripagarlo del tempo che mi dedica....
Il costo totale è stato di circa 5 euro... l'attrezzo si presenta esteticamente ben fatto e estremamente funzionale e stabilissimo.... (certo non è un Baader Microstage!!!). A differenza di quello commerciale, è privo delle manopole che consentono lo spostamento verticale della staffa idraulica, ma ciò è giustificato dal fatto che io lo impiego solo con un tipo di fotocamera,e, quindi, deve avere un'altezza fissa!!!
La la cosa che più conta è la soddisfazione di aver realizzato un oggetto che mi ritornerà utile nelle riprese della Luna e se ci riesco, anche di qualche pianeta... senza tralasciare che è facilmente sfruttabile per le fotografie terrestri!!!

Lo strumento a cui mi sono ispirato

La mia realizzazione: l'"Homemadestage"






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